Pubblicato il 28 novembre 2012 da Marc Basiliere

Sessanta gradi? Copriti le ginocchia.

Certo, fa rima, ma c’è molto in quella vecchia sega. Le ginocchia sono tra le attività più difficili delle articolazioni dei ciclisti e le più spesso problematiche. Essere gentili con le ginocchia mantenendole calde e protette nelle giornate fredde ripaga in rigidità ridotta, dolore e lesioni.

Ma tutti noi abbiamo sofferto di scaldamuscoli che, per dirla semplicemente, fanno schifo. Semplice come un paio di calzini senza piede dovrebbe be, c’è poco irritante come cuciture mal posizionate, pieghe dietro le ginocchia o pinze ingombranti che tirano giù i pantaloncini mentre si sfregano a disagio sulla sella. Tutti i motivi per cui è il motivo per cui il modello Roubaix dei vestiti italiani Capo sono straordinari.

Preformato da diversi pezzi di tessuto Roubaix a nucleo cavo in una piega simile al ginocchio, Capo ha inchiodato la vestibilità degli scaldini. Nonostante le numerose cuciture, nessuna attraversa il ginocchio o si fa notare durante la pedalata. Le linguette riflettenti cucite sul polpaccio aggiungono una misura di sicurezza all’alba e al tramonto. Le versioni nera, rossa e bianca sono disponibili in due taglie (S/M e L/XL) e cucite insieme proprio qui negli Stati Uniti.

In definitiva, sono le pinze per coscia estremamente sottili che fanno funzionare così bene le Roubaix. Con silicone appiccicoso sia all’interno che all’esterno, aderiscono saldamente sia alla gamba che ai pantaloncini, rimanendo comodi per diverse ore su strada e fuori. Nessuna trazione, nessun raggruppamento e nessun ingombro inutile. Fino a quando non è il momento di tirarli fuori, è facile dimenticare del tutto i Capos.

Data la costruzione eccessivamente semplice, la produzione dell’estremo oriente e il fastidioso slittamento a cui sono inclini gli scaldamuscoli da $ 30+, i Capos giustificano facilmente il salto a $ 50. Se reggono anche la metà degli altri che abbiamo provato, valgono il prezzo richiesto.

marco

www.capocycling.com